PENSIERI CALVI

giovedì 21 agosto 2008


Se una panchina volasse
mi aggrapperei alle sue rigide sbarre
per evitare una prigione fatta di rocce e cemento
per cominciare a preparare strisce di zolfo da ardere
al fine di sciogliere la neve ancor prima del suo arrivo
Se una panchina volasse
ascolterei dall'alto il brusio delle piazze
intravedendo in dolcissima solitudine
l'intimo inizio di una primavera risanatrice
Se una panchina volasse
non ascolterei più parole d'argilla
e scorgerei il tepore autentico del sole
mentre tutto sotto diventa ilare tempesta
posted by Franz at 22:00

1 Comments:

Già... ma il tempo scorre inevitabile sotto i nostri piedi, il cielo muta continuamente colore anche se noi vorremmo non tramontasse mai, forse, piuttosto che aggrapparci ad inutili e false illusioni, dovremmo imparare a costruire dentro di noi quella "panchina" a cui aggrapparci quando nasce la tempesta, per rigenerarci in una calda primavera quando il freddo ci soffocherà, per stare bene nella nostra solitudine, nonostante le parole della gente, il suo fragore, le paure, gli artificiali occhi che ci scrutano.... ma il difficile sta proprio qui, purtroppo...

Complimenti, amico mio..

8:02 PM  

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