PENSIERI CALVI
martedì 25 gennaio 2011
Le sfere di vetro in finto Murano rotolano sporche per la città.
Si fermano nel punto esatto di uno spiffero del cazzo e sbraitano parole in voga esclusivamente tra le mura del centro storico.
Il cielo è azzurro sopra le righe di un attrito di animi. Le mani e le guance trasudano ciò che il rintocco di campane sottolinea. Le urla di una donna anziana si spengono per sempre fino a comparire sopra un foglio in bianco e nero.
La parata militare dei vaffanculo brinda a festa. Le ruote del mio calesse sono di gomma alla menta. Lo spazio limitato entro cui si svolgono i fatti è una cloaca massima di grano arroventato dal sole.
Forni, cancelli, aiuole e attività poco redditizie. Chiavi d'accesso per l'aldilà. Strafottenze trascritte sui tasti plastificati del mio telecomando. Anfore in terracotta dal valore disarmante.
Tutto ciò che mi circonda mi commuove. Tutto ciò che mi circonda mi rattrista.
Il veleno dei fiori si piega al canto del vento. Io corro dietro ai viali di una casa perimetrata dalle mani di un cazzone senza passato.
Le linee delle mie valigie sono infrante dal peso delle mie mani incuranti.
La notte grida lunghezza di stelle filanti.
Il cuore si squarcia tra palpiti cosi ignoranti da sembrare interessanti.
Triste è raggiungere la consapevolezza effettiva del mio essere rimasto assolutamente indietro.
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