PENSIERI CALVI
domenica 26 gennaio 2014
Placebo - Running Up That Hill
Resto a disposizone aperta. Incondizionata e forzata. Degli attacchi frontali d'impatto.
Rimango nel silenzio dell'attesa. Con le braccia rigide e spalancate. Per accoglierti in lava o slavina.
Trascinante letale. Travolgente brutale.
Resto all'angolo. Trapuntato di brividi. In compagnia del verme. Ad aspettare il vibrante del sonagli. Riscaldato dal fluage amaro delle gocce in gola. Sorretto in un binomio sadico d'ingurgitazione rossa.
lunedì 20 gennaio 2014
Non Riusciva Ad Urlare
Le rovine impalpabili dell'anima gli sfregiavano il volto. Mentre passeggiava sul lungargine della sua esistenza.
La discarica degli occhi era alla luce del sole. I rottami del suo corpo si torcevano nelle piazze. La gloria della sconfitta si mischiava nel vento.
Non riusciva ad urlare.
L'odore mefitico del canale risaliva tra i tavoli. Il dolore porpora della sbronza colorava il fondo dei bicchieri. Le briciole annacquate soffocavano la gola mai sazia dei piccioni.
Non riusciva ad urlare.
I cocci sull'asfalto sembravano sabbia. Il bordo dei nembi vomitava saliva caustica. La coda del serpente ballonzolava a ridosso della fontana.
Non riusciva ad urlare. Ma saldava anelli senza fiamma e ricuciva trame senza stoffa.
Con la tristissima speranza ultima. Di rinascere. Ancora. A nuova vita.
Una Notte Disperata
Situazione scivolosa metallica. Mani fredde. Disorientamento. Febbre.
Profumo acre. Gusto amaro. Alba ghiacciata. Solitudine interna. Gambe paralizzate.
Panchine vuote e luci nella notte. Capotreno ubriaco. Binari morti. Bottiglie e clochard. Conati di vuoto.
Pozzanghere di lacrime. Caffè ristretto. Tristezze d'autobus. Sguardi maligni e silenziosi.
Signora decadente. Sdraiata e fatta nelle calli di Venezia. Tra lumini accesi. Finestre socchiuse. Ed ombre di abasciur impolverate.
Sottopassaggio muto. Lieve ticchettio d'ansia. Liquore avanzato. Taverna notturna per giovani disperati.
Il suono di un violino. Fulminea presa di coscienza. Abbandono postumo. Martellante infrangersi d'acqua. Orologi rotti.
La voce registrata di una putain senza nome annuncia il treno del ritorno. Ma io non ti ascolterò.
Tornerò zitto in quella taverna senza finestre. Per non accorgermi del giorno che viene. E per rivivere domani. L'intimo strazio di questa notte disperata.
L'inerzia
domenica 12 gennaio 2014
Scompare
Scompare. La luce dell'orizzonte. Il senso di questa notte. Il calore di un abbraccio. La ruga dal tuo volto.
Scompare. Il treno nella nebbia. La luce dal tuo finestrino. Il chiarore dei tuoi occhi. La bellezza dei miei ricordi.
Scompare. Il fantasma più buono. Il viale del ritorno. Il freddo nelle ossa. La mano sulla mia spalla.
Scompare. L'uomo che non è mai esistito. Colui che mi ha nutrito. Il bisogno di aiuto. La cera dalle lenzuola. Il suono della tua parola.
Scompare. Ciò che è sempre stato. L'equilibrio delle stanze. La brillantezza di una vita. La purezza dei nostri cuori.
Scompare. Il calco sul divano. La stoffa dei tappeti. Il marmo del camino. Il profumo del mio cuscino.
Scompare. La trama della vestaglia. Il profumo del caffè. La voglia di restare. Il bisogno di ricominciare.