PENSIERI CALVI
domenica 22 giugno 2008
Ludovico Einaudi - Le onde
Chiudo gli occhi per non pensare al vuoto dei miei pensieri
per non scappare dal senso di un vento senza forma
per non perdermi nel sale di un ricordo disciolto nel mare
Chiudo gli occhi per vederti danzare ancora
e rifugiarmi nella franchezza dei sogni
per affondare nelle sfumature della dolcezza
e restarmene cullato in un inganno fatto di seta
Chiudo gli occhi per sentire la voce di mia madre
che richiamandomi al suo petto
mi sussurra sulle labbra il sapore delle cose piu vere
ordinandomi di non perderle mai
perchè a loro appartengono le mie mani
perchè per loro vive la mia anima
Chiudo gli occhi per arrendermi al presente
spaventato dal dolore di una statua dalle sinuosità di cera
rubato come una conchiglia
dalla sabbia riscaldata dal freddo di un tramonto
martedì 3 giugno 2008
una pangea di carne senza volontà
una creatura gracile ma goffa
una bambola di pezza ma senza stoffa
Ciò che sono è una strada senza asfalto
un sonno senza sogni violato da un sobbalzo
una candela che brucia senza cera
un bambino dall'emotività vera
Ed è cosi che mi manchi
cosi tanto da sorridere alla pioggia
cosi tanto da restarmene in silenzio
Guardo la gente camminare nel caos
assisto all'infinito di una strada
mi specchio in ciò che sarei potuto essere
Tu non ci sei e la sera arriva veloce
lasciandosi alle spalle nidi di uccelli muti
insieme a speranze in fiamme oltre l'arco dell'orizzonte
Ascolto il rumore del mare che non c'è
e mi ritrovo nella tua voce piccola
come un bambino impaurito
senza bocca per parlare
senza occhi per capire
Dove sei adesso?
Tra quali anelli o diamanti di plastica?
Tra quali braccia di uomo infranto?
Ovunque tu sia sento il tuo respiro aprirsi come le fauci di Eolo
e correre verso i miei polmoni saturi del tuo profumo
Banale sarebbe dirti ti amo
perchè banale è la mia condizione di cuore spezzato